ERSILIADANZA
#testadilegno, reinterpretando con delicatezza Pinocchio, partendo da una storia per ragazzi scritta da Andrea Camilleri con Ugo Gregoretti, intitolata “Pinocchio (mal) visto dal Gatto e la Volpe” e pubblicata nel 2016), attualizza i personaggi inventati da Collodi, mostrando le dinamiche distorte che si creano tra quel burattino, così legnoso diverso e ingenuo, e i due compari “adolescenti”, aggressivi perché impreparati a relazionarsi con la sua diversità.
Appuntamento venerdì 7 febbraio alle ore 10:30 al Teatro Camploy per uno spettacolo organizzato per le scuole.
Età consigliata: dai 6 anni in su
Regia e coreografie: Alberto Munarin
Interpreti: Alberto Munarin, Daniele Monticelli, Gessica Perusi
Musiche: artisti vari
Disegno luci: Alberta Finocchiaro
Produzione e promozione: ErsiliaDanza
Direzione artistica: Laura Corradi
Direzione organizzativa: Alberta Finocchiaro
Durata dello spettacolo: 50 minuti
video promo: https://vimeo.com/902915115/af74cccb0b
video completo: https://vimeo.com/902892085/cb2060b2a6video
NOTE DI REGIA
«#testadilegno tratta tematiche legate al manifestarsi del pregiudizio e di quella forma di prevaricazione violenta e umiliante, definita bullismo, che spesso si insinua tra gli adolescenti. Quando un elemento insolito irrompe nella conformità comportamentale o estetica del gruppo di pari, il pensiero si arrocca su posizioni difensive di chiusura: la diversità pone in discussione la logicità della forma mentis, mette in dubbio le certezze e le abitudini, scardina il meccanismo dell’omologazione come mezzo per riconoscersi parte di un gruppo. Questa è la difficoltà che incontra un adolescente quando entra in contatto con ciò che non gli è familiare, ed un inconsapevole atteggiamento difensivo di chiusura gli impedisce di beneficiare della diversità come fonte di ricchezza, di occasione di confronto, di crescita personale.
Lo spettacolo si concentra sul rapporto che intercorre tra Pinocchio, il Gatto e la Volpe. Il primo così legnoso, diverso e ingenuo, i due così “finti” nel presentarsi come cieco l’uno e menomato l’altro. Siamo nel Campo dei Miracoli. Gatto e Volpe sono due adolescenti che se la spassano allegramente, tra loro c’è complicità e affinità: sono l’eco l’uno dell’altra. In questo rapporto di complicità trovano il loro equilibrio. Pinocchio, burattino che si crede bambino, attira la loro attenzione: desta nel Gatto e nella Volpe una sensazione ambigua di curiosità e fastidio. In seguito alla chiamata della Fata Turchina, che raccomanda a Pinocchio di non perdere le monete che il padre gli ha dato, l’interesse dei due compari verso il burattino degenera.
Denigrato, imbrogliato, preso in giro per aver creduto che seppellendo le sue monete avrebbe visto nascere un albero di soldi, ora Pinocchio trova consolazione solo nelle parole della Fata, che ricorda al Gatto e alla Volpe quanto pure loro siano “diversi” e “fragili”, soprattutto se non insieme. Grazie quindi all’intervento della Fata e all’atteggiamento attivo e propositivo dello stesso Pinocchio, i tre troveranno un nuovo equilibrio e una nuova forma di amicizia».